Cosa bolle sul fuoco in cucina?
Flessibilità e rigidità. Due volti di una stessa medaglia
Perché in cucina bisogna essere flessibili, ma anche rigidi. E perché il concetto fondamentale del NON-SPRECO è una espressione autentica del principio di rigidità in cucina
Cosa bolle sul fuoco in cucina?
Grespino, Sonchus Oleraceus.
Ha un nome popolare, che richiama le sue foglie crespate. Il suo nome scientifico invece ha lontane origini romane, mentre “oleraceus” significa semplicemente che è una verdura, un ortaggio. Spontaneo.
Si trova spesso nell’orto, in effetti, risultando dalla lavorazione del terreno.
Lo si confonde da giovane con il tarassaco, di cui sembra un po’ il cugino forse meno nobile e più buono. Il tarassaco è aromatico, amaro. Il sonco è dolce e carnoso. Sono entrambi della famiglia delle asteracee, piante le cui foglie si diffondono da un centro, a forma di stella, e i cui fiori svettano con uno stelo lungo a partire dalla radice unica e fittonante (ovvero, che penetra il terreno con un “fittone”, una grossa carota unica).
Il sonco è ottimo nel misto di erbe cotte o buono in solitaria, per insaporire gnocchi o ravioli.
Cosa bolle sul fuoco in cucina?
Carletti, sciopét, strigoli, ...
questa simpatica erbetta di inizio primavera (ma come tutte le erbe se ne trova anche in altra stagione, fine estate /inizio autunno) ha molti nomi.
Il suo nome ufficiale, nobile ed elegante, è silene, che trovo assonante con il nome della titanide della luna, Selene.
Dicono che il nome derivi dalla forma del fiore che è bombata, richiamandosi a Sileno, un compagno di merende del dio Bacco con una gran pancia rotonda.
A me piace più pensare questa foglia vicina alla luna, dato anche il riflesso argenteo che offre la pagina inferiore delle fogliette appena colte e umide.
Il gusto dei "carletti" è dolce, la loro consistenza delicata. Possiamo lasciarliinteri in cottura o tritarli grossolanamente. Si prestano molto facilmente a dare gusto a risotti o a frittate, di uova o di ceci.